Boeing ha annunciato mercoledì di essere tornata a generare un flusso di cassa positivo per la prima volta dalla fine del 2023, un risultato trainato principalmente dall’aumento delle consegne dei suoi aerei di linea. Tuttavia, la notizia è stata accompagnata da un significativo onere straordinario di 4,9 miliardi di dollari, dovuto a ulteriori ritardi accumulati dal programma del wide-body 777X.

I risultati del terzo trimestre

Nonostante il ritorno alla liquidità, il colosso aerospaziale ha chiuso il terzo trimestre, terminato il 30 settembre, con una perdita netta di 4,78 miliardi di dollari, pari a 7,14 dollari per azione. Su base rettificata (adjusted), la perdita è stata di 7,47 dollari per azione, un dato peggiore rispetto alle stime degli analisti (compilate da LSEG) che prevedevano una perdita di 4,59 dollari.

Il fatturato ha invece superato le aspettative, registrando un balzo del 30% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 23,27 miliardi di dollari contro i 21,97 miliardi previsti. Il dato più incoraggiante è il flusso di cassa libero (free cash flow), risultato positivo per 238 milioni di dollari, segnando la prima volta “in nero” su questa metrica in quasi due anni.

Il costo del ritardo del 777X

L’onere non-cash di 4,9 miliardi di dollari è interamente legato al programma 777X, la versione aggiornata del popolare 777. L’aereo, che ha effettuato il suo primo volo quasi sei anni fa, non ha ancora ottenuto la certificazione necessaria dalle autorità di regolamentazione. Boeing ha comunicato che ora prevede la prima consegna del velivolo nel 2027. Questo ritardo si aggiunge a quelli già accumulati da altre varianti, come il Max 7 e il Max 10.

La svolta di Ortberg sulla produzione

Kelly Ortberg, l’amministratore delegato alla guida dell’azienda dall’agosto 2024, sta lavorando per stabilizzare la complessa catena di fornitura e le linee di produzione. I segnali di ripresa sono evidenti nelle consegne: nei primi nove mesi dell’anno, Boeing ha consegnato 440 aerei, in netto aumento rispetto ai 291 dello stesso periodo dell’anno scorso. Questo ritmo, il più sostenuto dal 2018, è cruciale per la generazione di cassa, poiché i clienti pagano la maggior parte del costo al momento della ricezione del velivolo.

Un segnale di fiducia è arrivato anche dalla Federal Aviation Administration (FAA), che questo mese ha rimosso il limite alla produzione del 737 Max, portandolo da 38 a 42 aerei al mese. La restrizione era stata imposta dopo l’incidente di un pannello di fusoliera nel gennaio 2024, che aveva aumentato i controlli federali. Boeing ha inoltre riottenuto dalla FAA l’autorizzazione a effettuare le ispezioni finali su alcuni dei suoi velivoli.

Prospettive e performance delle divisioni

“Stiamo vedendo segnali positivi in tutta la nostra attività”, ha dichiarato Ortberg in una nota al personale, “Sebbene siamo delusi per il ritardo del 777X, l’aereo continua a comportarsi bene nei test di volo”. Il CEO ha ribadito l’impegno su sicurezza e qualità per “ripristinare la fiducia” degli stakeholder.

Analizzando le singole divisioni, i ricavi dell’unità aerei commerciali sono cresciuti del 49% (11,09 miliardi), sebbene operi ancora con margini negativi. La divisione Difesa ha generato 6,9 miliardi (+25%), mentre la profittevole unità di servizi globali è cresciuta del 10% (5,4 miliardi). La divisione difesa, tuttavia, affronta uno sciopero di circa 3.200 lavoratori iniziato la scorsa estate.