Il panorama museale globale è in continua evoluzione, contrapponendo la gestione di collezioni storiche secolari alla creazione di nuove istituzioni ambiziose. Due esempi recenti, provenienti dagli Stati Uniti e dagli Emirati Arabi Uniti, illustrano queste diverse traiettorie.
La nuova curatela di Princeton
La Princeton University possiede una delle collezioni d’arte più antiche e stimate d’America. Installata nella sua nuova e più ampia sede, la collezione del museo è stata curata ponendo l’accento sulle connessioni tra epoche e culture diverse, con effetti alterni, tra l’illuminante e il frustrante.
La sua prima acquisizione, il dono del governatore coloniale del New Jersey Jonathan Belcher nel 1755 (“il mio ritratto a figura intera in cornice dorata”), fu presto affiancata da un ritratto del re Giorgio II d’Inghilterra e, successivamente, dal “George Washington alla battaglia di Princeton” (1783-84) di Charles Willson Peale.
Tuttavia, poco di quel periodo iniziale sopravvive oggi nel Princeton University Art Museum, a causa della suddetta battaglia e di due incendi devastanti. Fondato formalmente nel 1882, il museo aprì di fatto nel 1874 con meno di 3.000 oggetti e poteva essere visitato da visitatori inattesi solo se richiedevano la chiave a un custode.
L’iniziativa privata di Dubai
Mentre istituzioni storiche come Princeton si confrontano con la gestione della propria eredità, a Dubai sono stati annunciati i piani per il primo museo d’arte della città, un’iniziativa privata chiamata Dubai Museum of Art (DUMA).
Il museo è un progetto dell’Al Futtaim Group, un importante conglomerato di Dubai con un portafoglio che include marchi automobilistici, beni di consumo e servizi finanziari. Il modello è stato svelato durante una cerimonia alla presenza di figure emiratine di alto livello, tra cui il sovrano di Dubai, lo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum.
Architettura e spazi commerciali
Progettato dall’architetto Tadao Ando, l’edificio di cinque piani sarà costruito su un molo artificiale nel Dubai Creek e avrà la forma di una conchiglia curva.
Secondo il materiale stampa, l’edificio comprenderà gallerie al primo e al secondo piano, oltre a un ristorante, una lounge VIP e uno “spazio per fiere d’arte”. Non è stata fornita una tempistica per il museo, né notizie su come verrà assemblata la sua collezione. Non è chiaro se il DUMA ospiterà una fiera d’arte già esistente. Al Futtaim non ha risposto a una richiesta di commento e l’Art Dubai Group ha rifiutato di commentare il museo, definendolo comunque una gradita aggiunta per Dubai.
Colmare un vuoto culturale
Dubai, pur essendo un hub chiave all’interno della scena artistica commerciale degli Emirati Arabi Uniti, non ha mai avuto un proprio museo d’arte. Questa iniziativa privata colmerà questa lacuna ed è vista come una donazione di beneficenza alla città da parte della famiglia Al Futtaim, il cui patrimonio netto, secondo un calcolo di Forbes di quest’anno, si attesta intorno ai 4,9 miliardi di dollari.