La saga finanziaria dei fratelli Lehman per la regia di Stefano Massini ha vinto ben cinque statuette su otto nomination
È una di quella serate che si avverano solo nei sogni da bambino. Quelli nei quali, a occhi chiusi, qualcuno immagina di salire su un palco che acclama il proprio nome perché tutto, ma proprio tutto, è andato come voleva.
Chissà se ieri sera, quando Stefano Massini, uno dei più brillanti attori italiani di teatro della sua generazione, ha pensato a quei sogni quando la notte della Settantacinquesima edizione dei Tony Awards (gli oscar del teatro e del musical a Broadway), è diventata la sua notte. Quella in cui ha vinto ben cinque statuette su otto nomination per il suo “The Lehman Trilogy”. Oltre al premio per la miglior opera teatrale e la miglior regia – al pari dell’inglese Sam Mendes – ha trionfato per la miglior progettazione luci, miglior scenografia e miglior attore protagonista con l’inglese Simon Russell Beale.
“The Lehman trilogy” narra la saga finanziaria dei fratelli Lehman, raccontando la loro storia da metà dell’Ottocento, quando dalla Germania arrivarono negli Stati Uniti a bordo della nave Burgundy per creare in Alabama un negozio di stoffe, al 2008, anno della bancarotta e della pesante crisi del capitalismo finanziario a cui la banca fondata dai Lehman diedero il loro contributo. Essere celebrata così, fuori dai confini nazionali, è un fatto più unico che raro per un’opera teatrale italiana.