Riviste le stime pil Usa per il 2023 e il 2024. Powell sulla SVB: “Stiamo facendo una revisione della supervisione e della regolamentazione. Il mio unico interesse è identificare cosa è andato storto e fare una valutazione affinché non accada più”

Il Federal Open Market Committee (Fomc), l’organismo della Federal Reserve responsabile della politica monetaria degli Stati Uniti, ha annunciato un aumento dei tassi d’interesse di 25 punti base al 4,75%-5%, il livello più alto dal 2007, ma ha segnalato che le turbolenze del sistema bancario potrebbero porre fine alla sua campagna di rialzo del costo del denaro prima di quanto sembrasse probabile due settimane fa.

L’aumento è in linea con le attese degli analisti. Si tratta del nono rialzo dei tassi consecutivo. Il primo febbraio, la Fed aveva deciso, all’unanimità, di alzare i tassi di 25 punti base. A dicembre, la Fed aveva alzato i tassi di 50 punti base. Nelle quattro riunioni precedenti, tra giugno e novembre, li aveva sempre alzati di 75 punti base. I tassi d’interesse erano stati abbassati allo 0-0,25% nel marzo del 2020, per contrastare gli effetti negativi della pandemia di coronavirus sull’economia statunitense, e poi progressivamente alzati dallo scorso anno per contrastare l’inflazione.

La decisione annunciata stasera ha segnato il nono aumento consecutivo dei tassi da parte della Fed e porta il tasso di riferimento sui Fed Funds all’interno di un intervallo compreso tra il 4,75% e il 5%, il livello più alto da settembre 2007.

Riviste leggermente al ribasso le stime di crescita Usa per il 2023 e il 2024, rispettivamente al +0,4% e al +1,2%.

Conferma previsione picco tassi al 5,1%, inflazione da 3,1% a 3,3% a fine anno

I banchieri della Federal Reserve riuniti ieri e oggi prevedono che i tassi d’interesse raggiungano il picco nel 2023 al 5,1% (valore mediano), in linea con quanto previsto a dicembre. È quanto emerge dal dot plot, il grafico che registra, ogni tre mesi, le previsioni dei banchieri della Fed. Per i prossimi due anni, previsti un valore mediano rispettivamente al 4,3% e al 3,1%; dopo la riunione di dicembre, il valore mediano era al 4,1% per il 2024 e al 3,1% per il 2025. Per quanto riguarda la crescita economica, nel 2023 atteso un +0,4%, contro il +0,5% della precedente previsione. La disoccupazione è prevista al 4,5% nel 2023, in leggero calo dal 4,6% della precedente previsione.

Cambi: euro si rafforza sul dollaro dopo Fed, sale sopra 1,08

L’euro si è rafforzato sul dollaro dopo la decisione della Federal Reserve di alzare – come atteso – i tassi di interesse si 25 punti base. La moneta unica ha toccato un massimo a 1,0859 dollari, prima di assestarsi in area 1,0840 dollari, quando in chiusura dei mercati europei passava di mano a a 1,0791 dollari (1,0768 in avvio e 1,0770 ieri in chiusura).

Sistema bancario “solido” e resiliente”, ma i recenti sviluppi peseranno

“Il sistema bancario statunitense è solido e resiliente. I recenti sviluppi porteranno probabilmente a condizioni creditizie più dure per famiglie e imprese e peseranno sulle attività economiche, sulle assunzioni e sull’inflazione. L’estensione di questi effetti è incerta e rimaniamo attenti ai rischi inflativi”. È quanto si legge nel comunicato pubblicato dal Fomc, il braccio di politica monetaria della Federal Reserve.

Al termine dei due giorni di lavori del Federal Open Market Committee (Fomc), l’organismo della Federal Reserve responsabile della politica monetaria degli Stati Uniti, il presidente della Fed, Jerome Powell, ha tenuto una conferenza stampa per puntualizzare sui principali interventi adottati.

“Nelle ultime settimane sono emerse serie difficoltà in un numero di piccole banche”: le autorità hanno preso misure forti e “siamo pronti a usare tutti gli strumenti a disposizione per mantenere al sicuro il sistema bancario. La strada per riportare l’inflazione al 2% è ancora lunga e sarà accidentata, afferma Powell ribadendo l’impegno della Fed a portare l’inflaazione al 2%. ”È troppo presto per dire come i tassi di interesse dovrebbero rispondere” a quanto accaduto nel settore bancario nelle ultime settimane, aggiunge Powell.

Banche Usa solide, depositi al sicuro

Il sistema bancario statunitense resta “solido, resistente e ben capitalizzato”. Lo ha affermato il presidente della Fed, Jerome Powell, sottolineando che “tutti i depositi sono al sicuro”. Powell ha poi detto che la Fed continuerà a prendere le sue decisioni “di riunione in riunione, in base ai dati”.

Rafforzare supervisione e regolamentazione

Alla luce di quanto successo nel sistema bancario Usa “è chiaro che dobbiamo rafforzare supervisione e regolamentazione” degli istituti di credito. È netto il giudizio del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, in conferenza stampa dopo la riunione del Fomc. Powell traccia un giudizio molto negativo della gestione della Silicon Valley Bank, la prima a essere fallita.

“Di base, la gestione della Silicon Valley Bank ha mostrato gravi falle” spiega, i manager “hanno fatto crescere la banca molto rapidamente, l’hanno esposta a significativi rischi su liquidità e tassi di interesse e non hanno coperto quel rischio”. Ma “i supervisori hanno visto questi rischi e sono intervenuti” mentre “SVB sperimentava una corsa agli sportelli senza precedenti, rapida e massiccia”. “Per quanto ci riguarda, stiamo facendo una revisione della supervisione e della regolamentazione. Il mio unico interesse è identificare cosa è andato storto e poi fare una valutazione su quali sono le politiche giuste da mettere in atto affinché non accada di nuovo”.