Circondato da un’impressionante schiera di rockstar, il padrino del punk cerca, con diversi gradi di successo, di recuperare la ferocia degli esordi nel suo nuovo album, pubblicato venerdì 6 gennaio.

A prima vista, potrebbe sembrare che Iggy Pop si sia addolcito per un decennio. Dopo aver esplorato la chanson francese con Après nel 2012 e aver accompagnato Thomas Dutronc in C’est si bon, il suo ultimo album, il meditativo Free, pubblicato nel 2019, guarda al free-jazz e alla musica ambient. Anche Post Pop Depression (2016), il suo più grande successo recente, prodotto sotto la guida di Josh Homme dei Queens of the Stone Age, ha rallentato il ritmo rock in cui è sbocciata la sua voce da crooner.

Tanti modi, si potrebbe pensare, per mantenersi onorevolmente in sella senza rischiare il rodeo per il Padrino del punk che ad aprile festeggerà il suo 76° compleanno. Ma questo senza contare i suoi concerti, che sono ancora frenetici come sempre, durante i quali l’Iguana dà il massimo, a torso nudo, con il vigore di un giovane cane pazzo – anche se l’inventore dello stage diving non si lancia più nella folla o si cala i pantaloni come un tempo. E senza contare la sua determinazione a prendersi tutte le libertà e a smentire tutte le aspettative, compresa quella di una statua punk, che nel 2012 ha riassunto così: “Non voglio essere messo in una scatola. Non sarò in una scatola finché non sarò sepolto”.

Gli ospiti di lusso affollano la festa
Con il suo diciannovesimo album in studio da solista, Every Loser, che promette di riconquistare il rumore e la furia degli esordi, l’Iguana dimostra che vivere comodamente al sole di Miami non l’ha affatto ammorbidito. Got a dick and two balls, that’s more than you all”, ruggisce fin dall’inizio su Frenzy, il primo brano furioso con chitarre esplosive che annuncia il colore, piede a terra, dito medio in alto. Un titolo così caricaturale che si potrebbe essere tentati di non continuare.

L’album è stato co-scritto dal produttore e chitarrista americano Andrew Watt, 32 anni, che si è occupato dei recenti album di Ozzy Osbourne, Justin Bieber e Miley Cyrus ma anche del recente duetto di Elton John e Britney Spears. Ma non andate via! Fan da sempre di Iggy Pop, Andrew Watt ha messo insieme per il suo eroe una squadra di sei corde da urlo e di batteristi di tutto rispetto.

Intorno a un nucleo centrale composto da Chad Smith dei Red Hot Chili Peppers alla batteria, Duff McKagan dei Guns’N’Roses al basso e Andrew Watt alla chitarra, si sono aggiunti numerosi musicisti, tra cui i chitarristi Dave Navarro (Jane’s Addiction, Red Hot Chili Peppers), Josh Klinghoffer (Red Hot) e Stone Gossard (Pearl Jam), oltre ai batteristi Travis Barker (Blink 182) e Taylor Hawkins dei Foo Fighters (morto nel marzo 2022).

Tornare alla furia primitiva, senza le minacce
“I musicisti sono ragazzi che conosco da quando erano bambini e la musica vi spaccherà il culo”, prometteva Iggy Pop nel suo primo disco. Con loro si diverte e finge di tornare alla furia primitiva degli Stooges, senza rischi e minacce, come nell’esplosione di Modern Day Rip Off, le cui chitarre ispirate ai TV Eyes uniscono i riff dinamici più convincenti dell’album a quelli di All The Way Down, che fa parlare la polvere su un ritmo pachidermico mentre denuncia con umorismo l’inazione di fronte al cambiamento climatico – “Gli dei in cielo hanno il petrolio, mentre il resto di noi si limita a bollire / Abbiamo il gas invece del respiro (…). …) La vita che sa di morte”.

Hardcore punk, lo scosso Neo Punk fa ridere – ride anche alla fine della sua battuta – per il pogo e la presa in giro dei punk: “Emotivamente, sono una celebrità / sono un Neo Punk / non devo cantare, ho l’editoria / posso vomitare e sbavare nella tua piscina”.

Una splendida ballata introspettiva
L’Iguana rallenta anche regolarmente il ritmo, come nella hit Strung Out Johnny e nei suoi arpeggi di chitarra in cui mette in guardia, consapevolmente, dalle trappole dell’eroina – “It’s wiser to say no”, mentre la ballata New Atlantis rende omaggio alla sua città d’adozione, Miami, senza dimenticare di sottolineare i difetti di questo piccolo paradiso troppo sfarzoso per essere vero. La nostra preferita è anche una ballata, Morning show, senza dubbio il brano più ispirato e malinconico di quest’opera, in cui Iggy ci onora con la sua più bella voce baritonale, segnata dalle avversità, mentre medita sulla vita di un artista.

Fino alla fiammata finale Fuck The Regency, Iggy dimostra ancora una volta di non aver perso nulla della sua ironia e della sua ironia e di essere un acuto osservatore del mondo che lo circonda. “Pensavo che le cose si sarebbero sistemate dopo i 65 anni. Non è così”, ha dichiarato il mese scorso a NME. Si può contare su di lui per “non andare dolcemente in quella buona notte” che è la vecchiaia, come ha cantato in un testo di Dylan Thomas nel 2019.

L’album “Every Loser” di Iggy Pop (Gold Tooth Records / Warner) uscirà il 6 gennaio 2023.