Il rimbalzo della seduta di venerdì 15 luglio non salva il bilancio dell’ottava, segnata dal dato sull’inflazione negli Stati Uniti. A Piazza Affari tracollo di Saipem (-77,2% rispetto a 7 giorni prima). Il rimbalzo dell’ultima seduta della settimana non salva il bilancio dell’ottava per i listini europei. L’Eurostoxx 600 ha perso lo 0,8% rispetto alla chiusura di venerdì scorso, nel corso di una settimana caratterizzata dalla pubblicazione del dato sull’inflazione Usa, ai massimi dal 1981. Piazza Affari paga la crisi di governo e chiude la settimana con un calo del 3,9%, facendo peggio dei principali indici continentali. Il Dax40 di Francoforte registra un -1,2%, il Ftse100 di Londra -0,5%, l’Ibex35 di Madrid -1,9%, l’Aex di Amsterdam -0,3%, quando il Cac40 di Parigi ha chiuso invariato. A livello settoriale, in Europa la settimana ha visto le vendite penalizzare soprattutto i comparti banche (-5,2%) e Materie prime (-5,1%). Tra i titoli, a Milano tracollo per Saipem (-77,2%) con Bper -14,4% e Tim -12,7%. Si salvano St (+4,7%), nei giorni dell’annuncio dell’accordo con GlobalFoundries per un nuovo impianto in Francia, e Ferrari (+1,2%).

Ultima seduta della settimana positiva
I rimbalzi dei settori auto ed energia hanno spinto le Borse europee che chiudono in positivo l’ultima seduta di una settimana nervosa, segnata dal picco dell’inflazione statunitense e dall’incertezza sulle mosse delle banche centrali. A Piazza Affari il Ftse Mib ha terminato le contrattazioni in progresso dell’1,84%, a Parigi il Cac40 del 2,04% e a Francoforte il Dax40 del 2,76%. I negativi dati cinesi (il Pil del secondo trimestre è cresciuto solo dello 0,4%, dato peggiore da inizio 2020 a causa della politica di “tolleranza zero” sul Covid) non hanno frenato il recupero degli indici continentali, che hanno anche archiviato un ennesimo calo del mercato auto (-16,8% a giugno e -13,7% nel semestre). Un numero che ha invece dato sollievo ai listini è stato quello sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti: a giugno sono aumentate dell’1%, facendo meglio delle attese. Intanto, continua la stagione delle trimestrali: tra le big Usa del credito è stata la volta di Citi, che ha mostrato risultati migliori delle previsioni anche se l’utile ha registrato un calo del 27%. In questo quadro, resta alta l’attenzione sulle prossime mosse della Federal Reserve, con il presidente della Fed di St. Louis, James Bullard, che ha detto che, alla luce degli ultimi dati sull’inflazione, vorrebbe vedere i tassi d’interesse al 3,75%-4% entro la fine dell’anno, in rialzo rispetto al 3,5% ipotizzato in precedenza. Per quanto riguarda l’Italia, ieri sera il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha respinto le dimissioni del presidente del consiglio, Mario Draghi, il quale mercoledì terrà le comunicazioni sulla crisi di governo al Senato e alla Camera. Sempre sul fronte interno, oggi la Banca d’Italia ha alzato al 3,2% le stime per il Pil italiano del 2022, tagliando però le previsioni di crescita per il 2023 e 2024. Intanto, Wall Street ha chiuso in netto rialzo (Dow Jones +2,15%, S&P 500 +1,92% e Nasdaq +1,79%) grazie soprattutto al dato sulle vendite al dettaglio sopra le stime.

Chiusura stabile per lo spread tra BTp e Bund all’indomani del rialzo seguito all’apertura della crisi di Governo. A fine seduta il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005436693) e il pari scadenza tedesco e’ indicato a 223 punti base, invariato rispetto al closing di ieri. Scende invece il rendimento del BTp decennale benchmark che ha segnato un’ultima posizione al 3,36%, dal 3,41% della vigilia.