Il gruppo olandese di infrastrutture VTTI e il gestore di asset tedesco IKAV si sono uniti per acquistare una quota di maggioranza nel più grande terminal di gas naturale liquefatto (GNL) d’Italia, ha annunciato VTTI mercoledì.

Nell’ambito dell’accordo, ExxonMobil venderà la sua quota del 70,7% nel terminal GNL dell’Adriatico, ha dichiarato il gruppo petrolifero e del gas statunitense, come parte di una strategia più ampia per dismettere attività non strategiche e concentrare gli sforzi sul raddoppio della sua produzione di GNL a livello globale entro il 2030.

Anche QatarEnergy sta cedendo la sua quota del 22% nell’infrastruttura italiana, secondo tre fonti a conoscenza della questione. Il gruppo non era immediatamente disponibile per un commento.

L’Europa ha aumentato le importazioni di GNL dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022, che ha drasticamente ridotto il gas proveniente dai gasdotti.

I terminal GNL sono necessari per trasformare il combustibile liquefatto di nuovo in gas prima di pomparlo nella rete.

L’operatore della rete del gas italiana Snam, che attualmente possiede una quota del 7,3% nell’infrastruttura, ha 45 giorni per decidere se esercitare il suo diritto di prelazione per aumentare la sua quota.

Il gruppo controllato dallo stato potrebbe decidere già dalla prossima settimana di aumentare la sua quota fino al 30%, aumentando la sua influenza su un asset considerato strategico per il paese, hanno detto altre due fonti a Reuters.

POTERE DORATO

L’aumento dei flussi di GNL a livello globale si è rivelato un vantaggio per i trader energetici tra cui Trafigura, Gunvor e Vitol, quest’ultimo azionista di VTTI insieme all’australiana IFM e all’ADNOC di Abu Dhabi.

In segno della crescente rilevanza del GNL per le compagnie energetiche, fonti hanno detto a Reuters martedì che il trader energetico Mercuria assumerà il noto trader di gas Steve Hill, precedentemente a capo del GNL presso Shell.

VTTI e IKAV non hanno divulgato dettagli finanziari dell’accordo sul terminal italiano, con fonti che affermano che la transazione potrebbe valutare il GNL Adriatico a più di 800 milioni di euro, debito incluso.

La chiusura della transazione per il terminal è prevista per la seconda metà dell’anno, ha dichiarato VTTI.

Il governo italiano esaminerà la transazione secondo le regole del “potere dorato” per settori considerati di importanza strategica come banche, energia, telecomunicazioni e salute.

Il terminal GNL dell’Adriatico si trova a circa 9 miglia (15 km) dalla costa veneta e ha una capacità di rigassificazione di 9 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno.

Rothschild ha consigliato i due venditori nella transazione, con Mizuho Securities che ha agito come consulente finanziario per IKAV e Natixis Partners Iberia che ha supportato il consorzio.

Natixis e Intesa Sanpaolo hanno agito come sottoscrittori per il finanziamento dell’acquisizione. Herbert Smith Freehills è stato il consulente legale del consorzio.